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Nel 1620, in vico Rotto al Mercato, una delle zone più popolari di Napoli, nasce un fanciullo che, nonostante l'origine plebea e la vita vissuta in condizioni di indigenza ed illegalità, si troverà al centro di vicende che in breve tempo lo porteranno ad assumere un potere pari, e perfino superiore, a quello del viceré spagnolo. Masaniello, questo è l'appellativo con cui il popolo designa il suo eroe, perderà quel potere in poco più di una settimana, con la stessa rapidità con cui lo aveva acquistato, assassinato all'età di ventisette anni. La narrazione della rivoluzione di Masaniello attraverso i dialoghi e le azioni di personaggi inventati o storici (la maggior parte) e di altre vicende, anche più tragiche, che colpirono il popolo napoletano in quei primi decenni del diciassettesimo secolo, esplora un'epoca cruciale della storia di Napoli che contribuì a radicare nell'animo del popolo napoletano un'impronta pessimistica e fatalista.